Shakira, portada de la revista Vanity Fair Italia, edición Junio 2017
La cantante colombiana Shakira, aparece en la portada de la prestigiosa revista Vanity Fair, en la edición de Italia del mes de junio. Shakira hablo acerca de su rol de madre, su regreso a los escenarios, lo difícil que fueron los primeros días en el estudio de grabación, entre otras cosas.
Debajo pueden leer parte de la entrevista en italiano.
Dopo la maternità si era presa una pausa. Quando ha capito che era il momento giusto per tornare?
«È stato un processo graduale. Sono una mamma principiante che deve conciliare il ruolo di genitore con quello di artista, la sfida più grande. Avevo deciso che appena Sasha sarebbe stato più indipendente sarei tornata in studio. Ma non avevo messo in conto il conflitto tra queste mie due anime e la paura che ne sarebbe scaturita. A un certo punto mi è venuto il terrore del palcoscenico. Ero confusa, ho avuto anche la tentazione di ritirarmi, di mollare tutto».
Che cosa le ha fatto cambiare idea?
«È intervenuto Gerard. Mi ha detto chiaro e tondo che non mi avrebbe mai permesso di andare in pensione. “Ragazza, ti ritirerai quando non avrai più niente da dire. Ora vai là fuori e fai quello che sai fare”. Aveva ragione. Ero solo spaventata. Di più: terrorizzata».
Gerard l’ha sbloccata.
«Assolutamente. Ma dal decidere di incidere un disco nuovo a farlo veramente c’è voluto tempo. Sono arrivati la pressione e i dubbi: dove trovo l’ispirazione? Come faccio a lavorare in un contesto così nuovo per me? Ho passato una settimana pensando che non ce l’avrei mai fatta. Scrivere un album partendo da zero mi sembrava un’impresa impossibile, come se avessi dovuto scalare l’Everest. Poi qualcosa si è sbloccato, di nuovo: ho pubblicato una canzone, La Bicicleta, insieme a Carlos Vives, e ho visto che ai fan non solo piaceva, ma che forse non si aspettavano un album intero, che anche solo quel brano sarebbe bastato. La pressione si è allentata. E qualcosa in me si è sbloccato».
Quindi è bastato allentare la pressione verso se stessa.
«In passato, sfornare una canzone dietro l’altra era un dovere. Ma l’idea di rinchiudermi in un bunker, isolata da tutto e da tutti per chissà quanto tempo al fine di produrre una mole di lavoro enorme, mi terrorizzava. Fortunatamente, il mercato discografico è molto cambiato in questi anni e a un’artista non è più richiesto di lavorare e produrre avendo in mente un album intero. Insomma, nel momento in cui mi sono detta “ok, io un album intero non lo faccio” ho visto la luce in fondo al tunnel. Le canzoni hanno cominciato a sgorgare fluide come non mai, e io non mi sono mai sentita così libera e creativa come in quel momento».
Qual è la lezione che ha imparato?
«Che non bisogna dare retta a quello che vogliono gli altri, ma seguire il proprio istinto e i propri tempi. E, se serve, ribaltare tutto. Io l’ho fatto: oggi fare la madre è il mio vero lavoro. La musica è diventata il mio hobby, e proprio per questo riesco a farla in modo rilassato. Non avrei mai pensato di dire una cosa simile, io che lavoro da quando avevo 14 anni».
Ma così non rischia di spostare lo stress sul ruolo di madre?
«Infatti sono una mamma tigre. Impiego un sacco di tempo ed energia nell’assicurarmi che i miei figli sviluppino in pieno le loro possibilità cognitive, creative, comportamentali. È molto faticoso. L’altro giorno ho letto uno studio che dice che le francesi sono le madri più rilassate. Ecco, io vorrei essere francese, ma purtroppo non lo sono. Non ho quel distacco, vivo tutto con la passione a mille, e siccome ora la maternità è il mio lavoro a tempo pieno, metto lì un sacco di energie. È bellissimo, elettrizzante, meraviglioso, ma massacrante allo stesso tempo».
Che cosa insegnerà ai suoi figli riguardo al successo?
«Che non ha niente a che vedere con l’essere famosi o ricchi. Che è molto più importante capire che cosa si vuole fare davvero nella vita. E che la caparbietà alle volte ti fa arrivare più lontano del talento».
La preoccupa il fatto che i suoi figli crescano da privilegiati?
«Ci penso, ed è vero che i miei figli stanno crescendo con più risorse di quelle che ho avuto io, ma le difficoltà ci sono comunque. Solo, per loro saranno di diverso tipo. Già adesso mi rendo conto che avere due genitori famosi non è facile, che faticheranno di più a trovare la loro strada. Una cosa a cui tengo è che crescano imparando molte lingue, perché quella è la via per conoscere culture diverse e per aprirsi la mente».
Lei il successo a chi lo deve?
«A mio padre. Da bambina fui cacciata dal coro della scuola, perché all’insegnante non piaceva il mio vibrato, diceva che sembravo una capra. Fu mio padre a dirmi di non mollare, di continuare a cantare. “La tua voce è bellissima, vedrai, un giorno se ne accorgeranno tutti!”. È sempre stato un sognatore. Magari non bravissimo come uomo d’affari, ma un idealista che mi ha insegnato tanto sulla vita e sul valore della perseveranza».
La stessa cosa che adesso le ha detto Gerard.
«Averlo al mio fianco è fondamentale. È come se ci fosse sempre stato, sempre. Non posso immaginare la mia vita senza di lui».
Lo sa che recentemente è stato ospite di una trasmissione italiana e che ha detto di volerla sposare?
«Lo so. È una cosa che ha dichiarato solo in Italia, neanche in Spagna. Che cosa vuole che le dica? Avere due figli insieme mi fa sentire già abbastanza sposata, senza contare che le nostre vite e le nostre carriere sono completamente dedicate all’altro. Non credo serva un pezzo di carta a rendere tutto ciò un matrimonio».
Debajo pueden ver la portada de la revista.
Paginas.
Comentarios
Publicar un comentario